Salve a tutti voi lettori e amanti delle immagini, oggi inauguriamo una rubrica che mi sta molto a cuore: Dietro le quinte; e abbiamo per i più accaniti della polemica la niente popò di meno e che traduttrice di Medaka Box! Breve premessa per i cagacassi: non sparate domande a CDC sugli adattamenti di Medaka Box, non è questo il luogo c'è la fanpage dell'editore per quello, e comunque il discorso è già stato affrontato e superato. Grazie a chi sarà così intelligente da capire, grazie a Swigun che è sempre un grande aiuto, grazie a chi leggerà questa intervista.
Domanda velenosa: cosa pensavi delle virgolette di Kumagawa? XD
Ciao Annalisa, ti va di presentarti ai lettori del blog?
Spiegaci un po’ chi sei e quale ruolo ricopri all’interno di GP Publishing.
Spiegaci un po’ chi sei e quale ruolo ricopri all’interno di GP Publishing.
Ciao a tutti, sono Annalisa e sono una traduttrice di manga.
Il mio rapporto con il Giappone dura da una vita, nel senso che sono figlia di
genitori misti (mia madre è giapponese e mio padre è italiano). Sin da bambina
adoravo gli anime, ma ho iniziato a leggere i manga solo durante un’estate
trascorsa in Giappone, alla fine delle scuole medie. Dietro suggerimento di mia
cugina ho comprato Fushigi Yugi di Yu Watase ed è stato amore a prima vista.
Qual è il tuo metodo di lavoro?
Come ti approcci al manga
che stai per tradurre?
Prima di tutto lo affronto come lettore. Mi piace che la
lettura sia un momento di relax, da assaporare comodamente distesa sul divano, anche
se nel mio caso viene fatta con gli occhi del traduttore, quindi inizio da
subito a domandarmi come potrei rendere una certa frase o un termine
ricorrente. Il lavoro vero e proprio invece lo svolgo stando seduta alla
scrivania, in mezzo ai vari dizionari e ai volumi precedenti e successivi dello
stesso manga, quando li ho. Ho un computer diverso da quello su cui lavoro, che
lascio collegato a internet, e per cercare qualcosa in rete devo spostarmi.
Internet è uno strumento fondamentale, ma si rischia sempre di perdere tempo,
per tale motivo di solito appunto su un quaderno quello che devo trovare sul
web e ricerco tutto insieme. La prima stesura di ogni mia traduzione è sempre piena
di punti interrogativi, che un po’ per volta vengono sostituiti da frasi sensate,
insomma è una bozza da migliorare a forza di riletture.
Per un traduttore credo che sia essenziale avere una certa
disciplina, perché è facile accumulare ritardi, che si ripercuotono su tutte le
lavorazioni successive. Bisogna essere capaci di organizzarsi la giornata e
ognuno ha i momenti in cui riesce a concentrarsi meglio, oltre che i propri
tempi.
Che vento tira sul versante traduttori di manga? La crisi si
fa sentire?
Presto vedremo traduttori che adattano e magari letterano pure?
Hai
qualche consiglio da dare agli aspiranti traduttori?
Eh! Eh! Sono certa che nessuno mi chiederà mai il lettering
o l’adattamento di un manga. Non so disegnare (perfino la mia calligrafia è
bruttissima), non ho alcuna conoscenza delle tecniche e degli strumenti da
usare, insomma non saprei neppure da che parte iniziare. Esistono
professionisti che se ne occupano, per me è un mondo da guardare a bocca
aperta. Ma sono certa che ci siano traduttori capaci di lavorare anche graficamente
un manga… beati loro, li invidio, ma soprattutto li ammiro.
La crisi si sente, d’altronde chi non la avverte? Ma questo
vale per tutti, in particolare per quelli che hanno più o meno la mia età. Siamo
capitati in un brutto momento e c’è da rimboccarsi le maniche.
Per quanto riguarda coloro che vorrebbero fare i traduttori,
consiglio tanto esercizio. A volte mi è capitato di terminare un manga sportivo
e di iniziarne uno d’azione il giorno dopo, i tipi di linguaggio sono
profondamente diversi, quindi più tradurrete e più ne sarete capaci. Inoltre,
come ho detto poco fa, c’è bisogno di una certa disciplina, per evitare di
perdere tempo e di distrarsi, ma si deve soprattutto essere curiosi nei
confronti della lingua, della cultura e delle tradizioni giapponesi. Se lo fate
per passione, perché vi piace, è un bellissimo lavoro, ma anche duro, perché,
per esempio, bisogna fare un po’ i conti con la solitudine. Avere un gruppo di
colleghi con cui confrontarsi è di grande d’aiuto, anche quando si tratta di traduttori
da altre lingue e appassionati del settore. Ogni giorno mi rendo conto di
quanto sia difficile cercare di avvicinare due lingue e tradizioni tanto
diverse come quella giapponese e italiana. Moltissimi significati e sfumature
vanno persi, ahimè. Il traduttore avverte quanto questo passaggio dia risultati
imperfetti, ma ciò spinge a migliorare. Di certo dalle imperfezioni e dalle
scelte che mi hanno lasciato insoddisfatta, ho imparato di più che dalle frasi
facili.
Vorrei raccontare un episodio che potrebbe essere d’aiuto ai
futuri traduttori. Quando ho iniziato a dire di voler fare il traduttore di
manga, c’è stato chi mi ha suggerito di cercarmi un lavoro serio. In quel
momento ho accettato la sfida e circa un anno dopo ho regalato un manga tradotto
da me a quella stessa persona, che successivamente ha ammesso: “Tempo fa ti ho
dato un consiglio errato.” In realtà quel consiglio sbagliato è stato il migliore
che io abbia mai ricevuto, perché mi ha dato la determinazione necessaria per
volerci provare, per seguire fino in fondo l’intuizione avuta quando ho
pensato: “Voglio tradurre i manga.” Non si sa mai da chi potrebbe provenire il
suggerimento che ci sarà effettivamente utile.
In Medaka Box ci sono
tanti giochi di parole che puntano a divertire e impegnare il lettore dal punto
di vista linguistico; trovi difficile o stimolante questo tipo di fumetto in
quanto lettrice e in quanto traduttrice?
Per quanto riguarda i giochi di parole, Medaka Box varia,
nel senso che in alcuni volumi sono più numerosi, in altri meno, però è un
manga estremamente pieno e si deve fare molta attenzione a tanti piccoli
particolari. Invece in Eppur… la città si muove! ci sono circa 8 giochi di
parole complessi in ogni volume. Li ho contati, è matematico. Devo davvero
giocare con le parole, a volte fare rime, distruggere e ricomporre modi di dire
e proverbi. Comunque trovo entrambi i titoli molto stimolanti, soprattutto per il
traduttore. Leggo un gioco di parole una volta, lo rileggo, inizio a parlare a
voce alta per vedere come torna meglio in italiano, faccio ragionamenti, poi
magari mi stanco e passo oltre, ma solo per ritornarci qualche ora dopo. In
alcuni casi per renderne bene uno in italiano mi ci vogliono giorni, una
conversazione con amici, un po’ di svago, numerose passeggiate all’altro
computer collegato a internet, ma quando viene fuori qualcosa di buono, mi
sento soddisfatta, almeno fino all’ostacolo successivo.
Quali tipi di manga ti piace leggere e a quali vorresti
lavorare?
Ce n’è uno al quale sei rimasta legata particolarmente mentre lo
traducevi?
Adoro i manga con personaggi complessi e ben delineati, dove
ognuno ha la propria storia. Non ho un genere preferito, dipende molto da manga
a manga. Ho amato profondamente Kiss & Never Cry ed Enma, tanto che mi è
scesa qualche lacrimuccia, quando ho tradotto gli ultimi volumi di entrambi,
eppure sono profondamente diversi tra loro. Quindi vorrei continuare a dar voce
a bei personaggi e trame appassionanti.
Dove e come collochi il manga Medaka Box rispetto agli altri
shonen (moderni ma anche classici)?
Siamo sicuri di volerlo collocare? Probabilmente se lo mettessi
in un determinato gruppo, poi mi verrebbero in mente mille motivi per cui tale
collocazione non mi sembrerebbe più tanto giusta. Inoltre sono certa che la
storia ci riserverà molte sorprese, quindi lasciamolo libero di andare avanti :)
L’unica certezza è che piace molto e ne sono felice.
Domanda velenosa: cosa pensavi delle virgolette di Kumagawa? XD
Virgolette? Quali virgolette? Scherzi a parte, credo che le
virgolette siano solo l’inizio, il bello deve ancora venire. Però mi ha stupito
quanti fan abbia questo personaggio. Medaka Box era molto atteso, ma non immaginavo così
tanto. Questo è stimolante.
Una cosa che mi premeva chiederti da un bel po’ riguarda
l’accoglienza dei manga da parte del pubblico.
Senza circoscrivere il discorso
a Medaka Box, sarebbe interessante capire come reagiscono i giapponesi alle
novità paragonandoli anche al pubblico italiano.
In Giappone i lettori di manga sono molto più numerosi. Qui
ci sono ancora persone che non sanno cosa sia un manga e i lettori al di sopra
di una certa età sono pochi. Invece in Giappone i sessantenni di oggi li compravano
da bambini e molti non hanno mai smesso. Di conseguenza anche le novità che
vengono proposte lì hanno una maggiore accoglienza che in Italia. In molte
riviste e quotidiani si parla abitualmente di manga, sono più visibili. C’è una
percezione di base del manga che è diversa.
Ti ringrazio della disponibilità, un saluto e LIBERI DI
LEGGERE!
Grazie a te, Domenico, è stato un piacere, e grazie ai lettori. :)
Non sono lettore di Medaka Box, quindi le domande inerenti al manga non le ho "capite". Il resto invece l'ho trovato estremamente interessante, soprattutto il punto di vista di Annalisa sul suo approccio da traduttrice.
RispondiEliminaBella intervista!
Grazie mille buta, riferirò ad Annalisa!
EliminaArticolo interessante, sono un suo fan da tempo! Ma dove è possibile trovare la sua fanpage,che non la riesco a trovare?
RispondiEliminaNon credo abbia una fanpage
EliminaMa il n.7 è uscito?!
RispondiEliminaÈ stato distribuito ma il solito baillame post Lucca sta intrippando il mondo.
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